All’indomani della sentenza d’Appello su Mario Roggero, Matteo Salvini ha pubblicato su Facebook un messaggio di solidarietà al gioielliere: «Come si può condannare al carcere chi si è difeso dall’assalto dei criminali? Un abbraccio a Mario e alla sua famiglia». Il post è accompagnato dall’immagine di un titolo di giornale sulla condanna a 14 anni, ed è stato ripreso da numerose pagine e profili politici.
Il caso Roggero: cosa ha deciso la Corte d’Assise d’Appello
Il 3 dicembre 2025 la Corte d’Assise d’Appello di Torino ha ridotto la condanna di Roggero da 17 anni a 14 anni e 9 mesi per l’uccisione di due rapinatori e il ferimento di un terzo durante l’assalto alla sua oreficeria a Grinzane Cavour (Cuneo) il 28 aprile 2021. In primo grado (Corte d’Assise di Asti, dicembre 2023) l’imputazione principale era stata qualificata come duplice omicidio volontario (con tentato omicidio per il terzo complice), escludendo la legittima difesa.
I punti contestati nei precedenti verdetti
Nelle motivazioni del primo grado i giudici hanno ricostruito l’azione decisiva all’esterno del negozio, quando i malviventi erano in fuga, sottolineando che l’uso dell’arma (detenuta irregolarmente secondo l’accusa) eccedeva i limiti della difesa legittima; non è stata accolta la tesi difensiva del “rapimento” della moglie né quella della legittima difesa putativa. In Appello, pur riducendo la pena, i giudici hanno confermato la responsabilità.
Le persone coinvolte
Le vittime del duplice omicidio sono Andrea Spinelli e Giuseppe Mazzarino; il terzo complice, Alessandro Modica, rimase ferito. Questi elementi sono stati richiamati nelle cronache locali e nazionali all’uscita della sentenza di secondo grado.
La reazione politica e il dibattito pubblico
Il post di Salvini ha riacceso il confronto sulla legittima difesa: da un lato chi invoca una tutela più ampia per chi reagisce a un’aggressione, dall’altro chi richiama i limiti legali dell’uso proporzionato della forza, specie quando l’azione difensiva prosegue oltre la cessazione del pericolo. Già alla vigilia del verdetto, l’accusa aveva definito il fatto una «vendetta illegittima», chiedendo la conferma dei 17 anni; la difesa di Roggero insiste sulla piena autotutela.
Prossimi passaggi
Fonti locali riportano che, dopo la decisione del 3 dicembre, la difesa è orientata a proporre ricorso in Cassazione. In parallelo, la Corte ha respinto la precedente istanza di ricusazione dei giudici d’Appello, consentendo la conclusione del giudizio di secondo grado.




