Ci sono ancora pochi taxi in Italia

Negli ultimi due anni, il settore del trasporto taxi in Italia ha vissuto una fase di stallo, nonostante le promesse di riforma contenute nel decreto Asset del ministro Urso. Le aspettative di un incremento significativo delle licenze e di una maggiore efficienza nel servizio si sono scontrate con una realtà ben diversa, caratterizzata da lunghe attese e un numero di licenze limitato nelle principali città italiane.

Il contesto attuale delle licenze taxi in Italia

Il decreto Asset, introdotto nel 2023, aveva l’obiettivo di aumentare il numero di licenze taxi, consentendo un incremento fino al 20% in alcune città. Tuttavia, a distanza di due anni, nessuna delle grandi metropoli italiane ha sfruttato questa opportunità al massimo. Roma, Napoli, Milano e Bologna si trovano tutte in una situazione di stallo, con una scarsità di taxi che continua a creare disagi ai cittadini.

La situazione nelle principali città italiane

  • Roma: Con 7.800 licenze taxi attualmente attive, la Capitale ha annunciato piani per nuove autorizzazioni, ma solo un numero limitato di queste è stato effettivamente assegnato. Le attese per i servizi taxi continuano a essere lunghe, lasciando molti cittadini frustrati.
  • Milano: La città ha richiesto nuove licenze, ma il processo è stato rallentato da problemi burocratici, impedendo un miglioramento significativo nel servizio.
  • Bologna: Qui, solo una parte delle licenze bandite è stata attivata, contribuendo a una situazione di inadeguatezza nel servizio di taxi.
  • Napoli: La città staziona con poche licenze e non ci sono state novità significative in merito a nuove autorizzazioni, aggravando ulteriormente la crisi del trasporto urbano.

Le recenti decisioni della Corte Costituzionale

Un altro elemento che ha influenzato il panorama delle licenze taxi è la recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha sostenuto la regione Calabria contro il decreto sugli Ncc (noleggio con conducente). La Corte ha dichiarato che le norme erano sproporzionate a favore dei taxi, sollevando interrogativi sulla legittimità delle restrizioni imposte al settore del noleggio. Questo pronunciamento ha riacceso il dibattito sulla necessità di una riforma più equa e bilanciata per tutti gli operatori del trasporto urbano.

Un confronto con le città europee

Analizzando la situazione italiana nel contesto europeo, emerge un quadro preoccupante. Le città europee tendono a offrire un servizio taxi più efficiente e accessibile, mentre in Italia il servizio continua a essere inadeguato. La scarsità di taxi e le lunghe attese sono problemi che non si riscontrano nelle stesse proporzioni in altre capitali europee, dove le licenze sono gestite in modo più dinamico e flessibile.

Riflessioni finali

La lentezza e l’inefficienza del sistema di licenze taxi in Italia sono evidenti e rappresentano un ostacolo significativo per la modernizzazione del settore. Nonostante le buone intenzioni espresse nel decreto Asset, i cambiamenti attesi non si sono materializzati, lasciando i cittadini a fronteggiare una crisi nel trasporto urbano che continua a perdurare. È fondamentale che le autorità competenti prendano in considerazione le esigenze dei cittadini e delle imprese, avviando un processo di riforma che possa finalmente garantire un servizio taxi all’altezza delle aspettative.


Immagine di copertina e fonte della notizia: Il Foglio